EN This page is translated in English
Norme redazionali
- Rivista «Storia dell’Urbanistica»
1) Organizzazione del lavoro
I saggi inviati saranno accettati e pubblicati previa approvazione da parte del comitato scientifico e (per la Rivista «Storia dell’Urbanistica») della positiva valutazione da parte di qualificati revisori esterni anonimi (blind peer review). A seguito di tali revisioni gli autori ammessi alla pubblicazione potranno essere invitati ad apportare precisazioni o integrazioni al testo proposto.
Gli autori riceveranno il testo per una prima correzione di bozza, insieme ad eventuali osservazioni dei revisori.
Nel file di consegna dovranno essere indicati in apertura:
- Titolo del saggio
- Nome dell’autore, eventuale struttura di appartenenza e indirizzo email
- Massimo 5 parole chiave (che non includano parole già presenti nel titolo del contributo).
Sarà inoltre fornito dall’autore un abstract della lunghezza:
-
- di 1100 battute spazi inclusi: articoli per «Storia dell’Urbanistica» e per l’annuario «Il Tesoro delle Città»; articoli in miscellanea nella collana LapiLocus.
- di 900 battute per la quarta di copertina per la Collana LapisLocus.
È indispensabile fornire la traduzione in inglese: del titolo, degli abstract e delle parole chiave.
Gli autori di monografie per la collana LapisLocus dovranno inoltre redigere una articolata introduzione al lavoro, sia nella lingua dell’opera sia in lingua inglese.
Lingue ammesse: inglese, francese, italiano, spagnolo.
2) Testo
Il testo degli articoli dovrà avere lunghezza massima di 30.000 battute (Storia dell’Urbanistica), spazi inclusi, note incluse.
Gli articoli dovranno essere redatti in carattere Times New Roman in un foglio di testo privo di particolari formattazioni. La redazione provvederà all’impaginazione e alla gestione di spaziature e dimensioni del carattere.
Si richiede agli autori:
– non inserire margini speciali, né tabulazioni né sezioni nel documento
– salvare il proprio testo in formato .doc oppure .docx, oppure in formato .rtf
– non inserire rientri di testo a capo
– lasciare uno spazio dopo qualsiasi punteggiatura
– non lasciare mai spazi doppi tra una parola e la successiva.
Il testo può essere suddiviso in sezioni non numerate, ciascuna avente un proprio titolo in grassetto.
Eventuali paragrafi interni alle sezioni possono essere intitolati in corsivo.
(Un testo ben organizzato non dovrà eccedere nel numero di sezioni e paragrafi).
Virgolette e trattini. Citazioni.
Le virgolette caporali « » per le definizioni, le citazioni di parole o brani e per i titoli dei periodici. « (alt 174) » (alt 175)
Le doppie virgolette in alto “ ” per citazioni interne ad una citazione principale.
Le virgolette semplici in alto ‘ ’ limitate ai casi in cui si voglia enfatizzare un termine o denotare un uso diverso da quello comune.
Il trattino medio ( – ) negli incisi, all’inizio e alla fine. (alt+0150)
Il trattino breve (-) per stacco nelle date, nelle indicazioni di pagine etc.
Eventuali omissioni di parole o brani, in particolare in caso di citazioni, si segnalano con […].
Le citazioni saranno in corsivo:
«[…] ut castra et villae non depopuletur propre bastidam»[1].
Citazioni in testo superiori alle tre righe inizieranno a capo e termineranno con un a capo (la redazione le impaginerà con rientro).
Riferimenti a figure e tabelle
Il riferimento nel testo alle figure si indica con un numero progressivo fra parentesi quadre [Fig. 1]
Il riferimento nel testo alle tabelle si indica analogamente con [Tab. 1].
Le parole di lingue diverse da quella del testo saranno in corsivo. L’autore può indicare a seguire la traduzione tra parentesi.
Note
A fondo pagina, possibilmente proporzionali alla lunghezza del saggio, quindi di norma contenute intorno ad un terzo della sua lunghezza (8.000-10.000 battute, spazi inclusi). Tale norma è indicativa e l’autore può motivare una eventuale deroga.
Una riga bianca deve separare una nota dall’altra.
Tra le citazioni abbreviate:
- = anno
- = busta
cit. = citazione/citato
- = edizione
- = fascicolo/i
fald. = faldone/i
- = nota
n.s. = nuova serie
- = pagina
- = pagine
- = serie
s.d. = sine data
s.l. = sine loco
s.n. = sine nomine
s.nr. = senza numero.
s.v. = sub voce
- = tomo
tav. = tavola
tavv. = tavole
- = vedi
vol. = volume
voll. = volumi
3) Immagini e tabelle
In caso di articoli l’autore potrà inserire massimo 12, tra foto, immagini, grafici o tabelle, con didascalia. I materiali originali, preferibilmente a colori, potrebbero essere pubblicati in bianco e nero: essi dovranno quindi essere predisposti per essere comunque leggibili.
Le immagini (rinominate secondo la numerazione riportata in testo) saranno inviate separatamente dal testo, e dovranno essere di alta qualità[2]. Immagini di qualità grafica limitata non saranno pubblicate.
Un file in formato di testo, separato, dovrà contenere tutte le didascalie.
In ciascuna didascalia sarà indicata sempre la provenienza, o la fonte, o l’autore (tra parentesi).
Esempi:
Fig. 1. Il prospetto del Palazzo dei Priori (foto: Mauro Rombi).
Se la fonte è già citata in una nota:
Fig. 2. Particolare della planimetria del centro storico (da Ghisetti, Fondazioni, cit., p. 33).
Se la fonte non è stata citata in alcuna nota indicala in didascalia per esteso.
Ciascun autore deve consegnare immagini la cui pubblicazione sia autorizzata e libera da copyright.
Gli estremi dell’eventuale autorizzazione alla riproduzione delle immagini devono essere citati in didascalia.
4) Citazioni Bibliografiche
Non inserire bibliografie al termine del saggio. I riferimenti devono essere citati in nota.
Nel citare gli autori in nota: nomi propri per esteso, cognomi in Maiuscoletto.
Opere monografiche
Indicare il cognome dell’autore in Maiuscoletto per esteso, preceduto dal nome in tondo e per esteso, seguito dal titolo in corsivo, editore, luogo di pubblicazione e data (questi ultimi due non separati da una virgola, ma di seguito, es: Laterza, Roma-Bari 1972), eventuale numero del volume in cifre romane, numero delle pagine citate (es.: p. 25 oppure pp. 130-145). La citazione va conclusa con il punto. Esempio:
Maria Maddalena Scoccianti, La “Strata Magna”. Urbanistica nelle Marche tra Medioevo e Rinascimento, Bonsignori, Roma 2003, p. 19.
Per autori multipli separare i vari nomi con la virgola. Esempio:
Claudio Cristallini, Marco Noccioli, I «Libri della Case» di Roma. Il Catasto del Collegio Inglese (1630), Kappa, Roma 1987.
Se gli autori sono più di tre far seguire al cognome del primo l’indicazione et alii evitando la formula AA.VV.
Collane
L’indicazione della collana seguirà il titolo, facendo seguire alla denominazione della collana il numero del volume (se presente). Esempio:
Ilario Principe, Cagliari, Le città nella storia d’Italia, Laterza, Roma-Bari 1985.
Capitolo compreso in un volume miscellaneo; citazione del curatore
Dopo l’autore del capitolo e il titolo, l’eventuale curatore si cita con nome e cognome in tondo, non in maiuscoletto, con specifica (a cura di). Esempio:
Paolo Sommella, Topografia urbana, urbanistica o urbanologia? Una proposta metodologica e operativa, in Pier Giorgio Spanu (a cura di), Materiali per una topografia urbana, Status quaestionis e nuove acquisizioni, S’Arvure, Oristano 1995, pp. 47-53.
Articolo in Atti di convegno; citazione degli atti e del curatore
Come sopra. A seguire: titolo del convegno in tondo, il luogo e la data del convegno tra parentesi tonde, editore, luogo e data di edizione; eventuale numero del volume in numeri romani, pagine della comunicazione. Esempio:
Francesco Bonamico, Bra: strutture produttive ed acqua tra Otto e Novecento. Note per una prima storicizzazione dell’industria conciaria, in Giuseppe Carità (a cura di), Canali in provincia di Cuneo, Atti del convegno (Bra, 20-21 maggio 1989), Società per gli Studi Storici Archeologici ed Artistici della Provincia di Cuneo, Cuneo 1991, pp. 355-370.
Articoli e saggi compresi in riviste e periodici
Dopo l’autore dell’articolo e il titolo, si cita il titolo della rivista in tondo tra doppie virgolette caporali, preceduto da “in”, annata o volume, fascicolo, anno di pubblicazione, pagine citate. Esempio:
Aldo Angelo Settia, «Villam circa castrum restringere»: migrazioni e accentramento di abitati sulla collina torinese nel basso Medioevo, in «Quaderni Storici», XXIV, 1973, pp. 905-943.
In caso di contributi in volumi di rivista a tema monografico la citazione riporterà per esteso il titolo in corsivo. Esempio:
Enrico Guidoni, I vicoli ciechi della storiografia, in «Storia della Città», Il mondo islamico. Immagini e ricerche, 46, 1988, pp. 3-6.
In caso che l’anno del numero non corrisponda all’effettivo anno di edizione quest’ultimo si riporta tra parentesi in coda alla citazione, prima della specifica delle pagine:
Enrico Guidoni, Editoriale, in «Storia dell’Urbanistica», I Regolamenti edilizi, II serie, 1, 1995, (1996), pp. 5-6.
Catalogo di una mostra
Riportare dopo il titolo la specifica Catalogo della mostra, il luogo e la data della stessa, separati da virgola, tra parentesi tonde. Esempio:
Henry Millon (a cura di), I Trionfi del Barocco. Architettura in Europa 1600-1750, Catalogo della mostra (Palazzina di Caccia di Stupinigi, 4 luglio-7 novembre 1999), Bompiani, Torino 1999.
Saggio all’interno di catalogo
Vera Comoli Mandracci, Torino paradigma per i modelli urbanistici e architettonici delle capitali nel Seicento e nel Settecento in Europa, in Henry Millon (a cura di), I Trionfi del Barocco. Architettura in Europa 1600-1750, Catalogo della mostra (Palazzina di Caccia di Stupinigi, 4 luglio-7 novembre 1999), Bompiani, Torino 1999, pp. 349-369.
Tesi di laurea o tesi di dottorato di ricerca
Citare sempre il relatore (in tondo), l’ateneo e la facoltà, l’anno accademico, abbreviato a.a.
Luigi Imparato, Tiziana Malandrino, Il palazzo della Curia Maxima. Dal progetto al cantiere, Tesi di laurea, relatori Vera Comoli, Cristina Cuneo, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 2001-2002.
Rivista elettronica o citazione di un sito web
Le citazioni tratte da pubblicazioni consultate in rete, siano libri, articoli, tesi o altro, dovrebbero essere completate dall’indicazione dell’indirizzo internet (url) e dalla data di consultazione tra parentesi quadre. Esempio:
Monique Clavel-Lévêque, Paysages et cadastres de l’Antiquité, in Dialogues d’histoire ancienne, 30 (1), 2004, pp. 165-166, in http://www.persee.fr/web/revues/home/ prescript/article/dha_0755-7256_2004_num_30_1_2794 [30-07-2010].
Riedizioni con curatore
Nel caso si citi da un’opera rieditata riportare gli estremi di quella riedizione:
Pietro Martini, Storia di Sardegna dall’anno 1799 al 1816, Timon, Cagliari 1852, ried. a cura di Aldo Accardo, Ilisso Nuoro, 1999, pp. 106-122.
Edizioni anastatiche
Regolamento per l’amministrazione delle fabbriche acque e strade e pel servigio degl’ingegneri dello Stato, 1821, ed. anastatica Le case, le acque e le strade del Ducato di Parma – Piacenza – Guastalla, Antiche Porte, Reggio Emilia 2015.
Citazioni ripetute
Quando si tratta di opera già citata indicare il cognome dell’autore in maiuscoletto e il titolo abbreviato (una o poche parole, senza punti di sospensione) seguito da cit.
Pinna, Atlante, cit., p. 77.
Nel caso in cui una nota rimandi alla stessa opera/periodico citata nella NOTA PRECEDENTE, scrivere Ibidem (con indicazione di volume, capitolo o numero di pagina solo se sono differenti); non in corsivo.
nota precedente: Pinna, Atlante, cit., p. 77.
nota successiva: Ibidem.
oppure, se la pagina è differente, citare nella nota successiva:
Ibidem, p. 78.
Se nella stessa nota si rimanda ad un opera/periodico già citato nella STESSA NOTA scrivere ivi (con indicazione di volume, capitolo o numero di pagina solo se sono differenti); non in corsivo.
Cfr. Anna Sereni, Case urbane nell’Italia altomedievale. Fonti archeologiche e testuali, EUE, Roma 2002, p. 237. Ulteriori passaggi conducono … : «terra cum vinea […] heredes habeant ipsam cesternam et palmentum cum labello et valneum commune», ivi, cit., p. 253.
Se l’autore è lo stesso della citazione precedente, ma cambia il titolo dell’opera, scrivere al posto del cognome Idem (maschile) oppure Eadem (femminile), entrambi in maiuscoletto.
Per indicare in maniera generale riferimenti a più parti di un testo citato usare passim, non in corsivo. Esempio:
Maria Bonaria Urban, Cagliari aragonese. Topografia e insediamento, CNR, Cagliari 2000, passim.
Bibliografia finale.
La bibliografia finale non è prevista in caso di articoli in rivista Storia dell’Urbanistica.
Le citazioni saranno in nota dove saranno anche le chiavi di scioglimento delle abbreviazioni adoperate per indicare archivi, biblioteche o istituzioni.
[1] Apice di nota tra chiusura e punto. In nota indicare la fonte o il contesto…
[2] Attenersi alle seguenti indicazioni per la consegna di illustrazioni in
formato digitale:
foto – file a colori (anche se dovranno essere riprodotte in bianconero); formato tiff, psd o jpeg qualità 12; risoluzione minima 300 dpi alla dimensione di stampa;
disegni – file in scala di grigi; formato tiff, psd o jpeg qualità 12; risoluzione minima 450 dpi alla dimensione di stampa;
disegni al tratto – file bitmap, formato tiff o psd, risoluzione minima 800 dpi alla dimensione di stampa; file in scala di grigi; formato tiff, psd o jpeg qualità 12; risoluzione minima 450 dpi alla dimensione
di stampa;
immagini vettoriali – file nel formato originale o pdf, indicare il programma usato;
tabelle – file nel formato originale, indicare il programma usato.